Il turista (prima parte)

Triste è il destino di alcuni esseri viventi sulla superficie del nostro pianeta: l'innocua antilope è facile preda degli animali carnivori, la piccola libellula vive solo poche ore, la mite mucca è costretta a produrre latte fino al giorno in cui viene trasformata in bistecche. Allo stesso modo il turista comune (Homo Balnearis Ustionatissimus) sembra seguire tutte le vie possibili per procurarsi le più atroci sofferenze. Tutte le sante Estati il masochistico rito si ripete, coinvolgendo in un sabba frenetico migliaia di sfortunati Balnearis con relativa famiglia: in barba alle tanto decantate partenze intelligenti, stormi interi di questa specie sovraccaricano all'inverosimile la Tipo bianca, e in massa si tuffano all'assalto del casello, mistica porta di accesso al miraggio di una tranquilla e meritata vacanza. Ma, ahimè, i sogni si infrangono presto su colonne chilometriche di radiatori fumanti, curiose bestemmie multilingue, bambini che frignano e camionisti infuriati: e questa scena da girone infernale è soltanto l'inizio di una sofferenza molto più grande. Giunta a destinazione e scesa dall'auto, la nostra famigliola si accorge con orrore che la deliziosa pensioncina spacciata sul depliant come "dotata di ampio parcheggio" e "vista mare" è in realtà frutto di un meschino fotomontaggio. E lasciata la Tipo in zona Fiera, si avviano mestamente verso la tanto agognata spiaggia. Caratteristica del Balnearis è quella di perdere ogni parvenza di pudore una volta al cospetto del mare. E qui, tra gli sguardi disgustati dei Balnearis indigeni, ha inizio il pietoso strip-tease dei Nostri, spettacolo raccapricciante sconsigliato ai minori e ai cardiopatici.

Lui: fisico da mozzarella copiosamente coperto di peli, baffi, bermuda a fioroni con pancia a davanzale, tragico riporto di capelli pronto ad impennarsi alla minima folata di garbino; accessorio indispensabile, la Gazzetta dello Sport.

Lei: fisico da mozzarella devastato da rozzi tentativi di depilazione in extremis, pendagli e orecchini in puro stile afro-cubano, costume olimpionico arrotolato in vita a svelare un orrido topless con problemi gravitazionali; accessorio indispensabile, Novella 2000.

Figlio: fisico da piccola mozzarella, taglio di capelli postatomico, eruzioni cutanee da abuso di nutella, pianto facile e spiccata attitudine a smarrirsi; accessori: Topolino, papera salvagente, pallone sgonfio, paletta, secchiello e quant'altro.

Una volta liberatisi dagli indumenti, gli sventurati passano alla fase successiva della crudele autotortura, e dal borsone tattico cominciano a spuntare i tipi più svariati di creme solari: tutte di ottima qualità, di gran marca e truffaldino prezzo ma, purtroppo, tutte a protezione zero. E così, ignari del dolore che li aspetta, gli sventurati si crogiolano beati sotto il sole che ustionerebbe un senegalese, stando bene attenti a cambiare spesso posizione per non risparmiare nessuna parte del corpo alla distruzione. Di poco sollievo sono i frequenti bagni che i Nostri sono costretti a fare: a buon punto di cottura, con la giusta quantità di sale, manca solo il rosmarino e un limone in bocca per ottenere un succulento arrosto da chef de rang. Trascorso un simile primo giorno di vacanza, anche il più rude dei boxeur getterebbe la spugna; non così l'Homo Balnearis, che al grido di "Siamo venuti qui per divertirci, e ci divertiremo!" non risparmierà a se stesso e ai suoi cari altre devastanti torture.


Dr. Danny Irreparabili.