Che fine ha fatto Mastro Lindo?

Quella notte sembrava che la luna si fosse decisa a fare concorrenza al sole: raggi bianchi e taglienti come lame penetravano le fessure della tapparella, rendendo ancora più irreale l'atmosfera del piccolo appartamento. L'uomo, costretto su un giaciglio inadeguato alla sua mole, si rigirava gemendo, cercando un sonno che da troppe notti non arrivava a confortarlo. Si alzò, il gigante, sussurrando una bestemmia. Il suo nome era Teodolindo Mastrolonardo, ma fino a poco tempo prima era conosciuto da tutti come Mastro Lindo; mille ricordi lo assalivano ogni volta che riempiva il bicchiere di Anitra WC on the rocks, il suo drink preferito. Fin da bambino, quando faceva il culetto d'oro per la Lines, aveva sempre lavorato nel mondo della pubblicità: tanti amici, tanti nemici, un'infinità di storie. Lo spot della Nutella, quando un regista idiota gli fece ripetere settantadue volte lo stesso ciak, mandandolo in ospedale in preda a un attacco di iperglicemia. O quando mise un piede in fallo e cadde tra le pale del Mulino Bianco: per sua fortuna nei paraggi c'era l'uomo in ammollo del Bio Presto, che senza esitare si gettò nel canale e lo trasse in salvo. Che più salvo non si può.

E poi... la storia più importante della sua vita, quel flirt con l'olandesina che mai e poi mai avrebbe dimenticato. Tre mesi d'amore, di passione travolgente, di promesse, anche se col problema della lingua e degli innumerevoli viaggi Milano-Amsterdam; e poi, la grande delusione, quando in casa di lei trovò del becchime e cocci di uovo: l'infame, la maledetta! Se la faceva con Calimero! La delusione fu grande, e Teodolindo si gettò anima e corpo nel lavoro: ma anche lì mille insidie erano in agguato. Quel bastardo di Idraulico Liquido che cercava in tutti i modi di soffiargli il posto, i Nemici dell'Igiene che avevano cominciato ad anabolizzarsi ed erano ogni giorno più forti e più grossi, la carta igienica che non bastava mai perché lui abitava all'undicesimo piano e arrivavano solo i palloncini. Nonostante questo ritmo infernale di vita, Teodolindo Mastrolonardo trovò anche il tempo per innamorarsi di nuovo e sposarsi: un matrimonio fallito in partenza, perché lei era la ragazza Nuvenia Pocket e per contratto doveva avere un ciclo mestruale continuo di trecentosessanta giorni all'anno. Gli altri cinque doveva passarli, sempre per contratto, in una base militare NATO per il periodico corso di paracadutismo, e gli scalpitanti ormoni del nostro eroe non ressero tanta astinenza. Divorziarono dopo due anni, e da allora Teodolindo fu costretto a passare alla ex moglie gli alimenti e, quel che è peggio, gli assorbenti e le pillole contro i dolori mestruali.

Le sue disavventure non erano certo finite: il colpo di grazia arrivò in un triste pomeriggio di settembre quando i tecnocrati della Nelsen decisero di organizzare lo Scontro Supremo. Quando Mastro Lindo arrivò sul set delle riprese del nuovo spot pubblicitario, si trovò di fronte un battaglione di ferocissimi Nemici dell'Igiene giapponesi, armati fino ai denti e del tutto privi di scrupoli: fu una battaglia epica, senza esclusione di colpi, che si accese di toni drammatici quando la brigata Tsukamoto e la divisione di fanteria meccanizzata Akashi sorpresero il Nostro con una precisa manovra a tenaglia, cacciandolo a testa in giù nella tazza del water e costringendolo alla resa. Alla disfatta sul campo si aggiunse un freddo comunicato dell'ufficio ricerche e marketing: secondo l'ultimo sondaggio la testa pelata di Mastro Lindo non piaceva più alle casalinghe italiane, che preferivano le chiome fluenti e le code di cavallo. Il nuovo prodotto si sarebbe chiamato Fiorin Fiorello, il detergente che fa cantare il tuo water, con testimonial d'eccezione l'ex presentatore del karaoke. Per Teodolindo il verdetto poteva essere uno soltanto: licenziato!

"Cosa posso fare, ora?" pensò Teodolindo frugando nel frigorifero alla ricerca dell'ultima lattina di Tot giallo, "non so fare altro che spot pubblicitari!" Si attaccò disperato al telefono nella speranza che i suoi vecchi amici potessero fare qualcosa per lui: Mister Verde, quel vecchio pedofilo di Capitan Findus, Mago G, l'Uomo del Monte... ma nemmeno lui, che pure c'era abituato, avrebbe detto sì. C'era crisi, il settore della pubblicità era fermo e i budget limitati: di lavoro neanche a parlarne.

Non un grido accompagnò il volo di Teodolindo dall'undicesimo piano del palazzo. Sul tavolino, il disperato biglietto d'addio al mondo. Sulla strada, un corpo esanime gonfio di muscoli ormai inutili. E poi la Polizia, l'ambulanza, i curiosi, i fotografi... Anzi, IL fotografo, l'avvoltoio della reflex, il condor del teleobiettivo: Olivo Toscanelli, l'onnipresente. Il lenzuolo insanguinato che copriva il corpo di Teodolindo Mastrolonardo brillò per un attimo alla luce del flash. Dopo due settimane la macabra foto invase letteralmente i media di tutta la nazione: dalla televisione ai giornali, dai muri agli autobus, ovunque appariva la triste immagine del cadavere di Teodolindo, accompagnata dalla scritta UNITED COLORS OF BENETTON.


Dr. Danny Irreparabili.